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Roca Vecchia, l’insediamento umano più antico del Mediterraneo

Roca Vecchia, l’insediamento umano più antico del Mediterraneo

Lungo la costa salentina, a pochi chilometri da Otranto, su un leggero promontorio a picco sul mare sorge l’insediamento di Roca Vecchia, luogo abitato sin dal II millennio a.C. ricco di storia e di importanti testimonianze archeologiche. Incantevole per la bellezza del paesaggio, le acque smeraldo, le sue piscine naturali e la Grotta della Poesia.

Gli scavi nell’area di Roca Vecchia hanno documentato un’occupazione ininterrotta del territorio dalla fine del XVII secolo a.C. all’età del Ferro, Arcaica e Messapica fino all’età romana tardo repubblicana.

Considerato uno dei più importanti insediamenti della proto-storia mediterranea per la quantità e la qualità delle testimonianze rinvenute.

La vicinanza con l’Illiria e la Grecia, da cui si possono osservare le catene montuose, e la presenza di ricchi giacimenti di acqua dolce, hanno fatto di Roca uno degli insediamenti più ricchi e complessi del bacino del Mediterraneo.

Molte opere rinvenute durante gli scavi nel parco archeologico si trovano nel museo della Civiltà di Roca, allestito nel castello di Acaya.

Dall’età del Bronzo Roca ha subito almeno tre grandi distruzioni per incendio e un tragico assedio. Nei primi decenni del XIV secolo a.C. infatti, i centri della costa vengono attaccati e tra questi anche Roca: il centro viene dato alle fiamme e subisce un vero e proprio assedio seguito da una violenta battaglia. Testimonianza dell’assedio è il ritrovamento dei resti di alcuni dei protagonisti di questa vicenda rimasti sepolti sotto le macerie per tremilacinquecento anni.

Le postierle e gli anfratti furono spesso utilizzati come rifugio, all’interno dei quali gli scavi hanno riportato alla luce diversi manufatti d’uso quotidiano e ceramiche. Ma nella postierla C sono stati ritrovati anche 7 scheletri di chi stava provando a mettersi in salvo: un uomo, una donna, un adolescente, due ragazzini e due bimbi piccoli. Probabilmente un nucleo familiare.

Distrutto innumerevoli volte, il centro di Roca fu poi abbandonato e ripopolato nel Medioevo, quando Gualtieri di Bienne, conte di Lecce, ricostruì Roca facendone una città fortificata. Successivamente alle incursioni turche gli abitanti cominciarono ad abbandonarla andando poi attorno alla metà del Cinquecento a rifugiarsi nell’entroterra smantellando letteralmente il vecchio insediamento.

L’area archeologica di Roca Vecchia si estende per oltre trenta ettari, racchiudendo importanti testimonianze di epoche diverse.

E’ possibile infatti vedere i resti delle imponenti fortificazioni dell’insediamento dell’età del Bronzo con il loro varco principale, la Porta Monumentale, e i corridoi minori, le cosiddette postierle.

Si tratta di una delle più grandi opere murarie dell’età del Bronzo del bacino Mediterraneo. La Porta Monumentale in particolar modo stupisce per le sue dimensioni: uno spessore complessivo di almeno 25 metri e un’altezza massima stimata tra gli 8 e i 10 metri.

Lungo il percorso si trova il cosiddetto Cult Center, uno spazio di culto per banchetti rituali e sacrifici animali, risalente al Bronzo Recente. Sul promontorio è possibile visitare parte dell’abitato della cittadella medievale con i resti delle mura di cinta, della chiesa, alcune abitazioni, un’area ipogea rituale. Il castello, invece, non è ancora stato portato del tutto alla luce.

Di notevole importanza anche l’area messapica, con le imponenti mura ancora ben visibili lungo tutto il loro tracciato di oltre 1 km di lunghezza, e la fascia costiera con tracce di fondazione di edifici a pianta quadrata, i pozzi, la necropoli, che si trova sia all’interno che al di fuori dell’area recintata del Parco, lungo la costa a strapiombo sul mare che porta verso la Grotta Santuario.

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