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Peschici, città di pupe e orchidee

Peschici, città di pupe e orchidee

Peschici, a novanta metri sul mare e circa 20 km da Vieste è un borgo mediterraneo di impareggiabile bellezza con le sue casette abbarbicate sulla roccia viva e il suo castello normanno a picco sul mare.

Più volte premiata con la Bandiera Blu, la sua lunga lingua di spiaggia sabbiosa è meta ambita ogni anno da un sempre maggior numero di turisti. Il comune fa parte del parco nazionale del Gargano.

Il castello, fiore all’occhiello del borgo, di origini bizantine, venne distrutto dalle truppe di Venezia e ricostruito nel XIII secolo da Federico II di Svevia. Oggi è restaurato e visitabile, e ospita un’esposizione di strumenti di tortura.

Tra i monumenti da visitare nel centro storico l’Abbazia di Santa Maria di Càlena, costruita nel IX secolo, e rimodellata sullo stile romanico pugliese e la Chiesa di Sant’Elia, costruita nel XIII secolo, a croce latina, che si presenta con una facciata grezza impreziosita da due rosoni e un campanile a torre incompiuto, senza il soffitto.

Tra le leggende e storie locali abbiamo la “Pupa”, simbolo di una dichiarazione d’amore.
Entrata nella cultura peschiciana verso la fine del 1800, veniva usata per dichiarare il proprio amore alla persona amata.
Posta dietro la finestra o la porta dell’amata, che

se accettava la corte, ritirava la Pupa, altrimenti per il corteggiatore non c’era nessuna speranza.

Mentre, un’altra leggenda narra che un giorno Afrodite, Dea della bellezza, perse una sua scarpetta e che, avendola notata, un uomo protese la mano per raccoglierla, ma subito la divina calzatura si trasformò in un fiore dalla bellezza senza pari, tutto per non essere toccata dalle mani di un mortale. Quel fiore era un orchidea. Il Gargano è famoso nel mondo per la varietà di specie di Orchidee presenti sul suo territorio (più di 80).

Una presenza tipica della costa di Peschici sono i trabucchi, architetture per la pesca del pesce di passaggio composte di pali di legno che si intrecciano a fili e carrucole. Peschici ne vanta ben sette, ma soprattutto vanta gli unici trabbuchisti in vita, in grado di costruirne e custodirne la memoria. Questa pesca è stata praticata per molto tempo e sfrutta le migrazioni dei branchi di pesce da nord a sud dell’Adriatico. Oggi svariati trabucchi sono diventati dei ristoranti caratteristici dove si può gustare il pesce appena pescato.

A memoria di una storia secolare di attacchi ed incursioni restano oggi alcune torri costiere erette nella seconda metà del Cinquecento per difendere il territorio da pirati e corsari. Tra le torri superstiti spicca la Torre di Sfinale.

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