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Il Carnevale di Biccari, la tradizione delle ‘Nzammaruchele

Il Carnevale di Biccari, la tradizione delle ‘Nzammaruchele

A Biccari, a ridosso dei monti Dauni, il carnevale conserva una strana e romantica tradizione. Si cantano sull’altalena canzoni composte in ottava rima alternata, il primo verso con il terzo, ed il secondo con il quarto e così via. La caratteristica principale è la forma dialettale, tramandata nelle rime attraverso le varie generazioni, senza mai trovare una trascrizione vera e propria.

Il tema delle canzoni è come sempre l’amore, che si trasforma in odio, in sdegno quando non è corrisposto. Per cui esistono canzoni d’amore, di sdegno e di lagnanza.

Nel periodo di Carnevale si costruisce un’altalena formata da un pezzo di legno (à léun) che funge da sedile, collocato su una corda spessa (zoca) che si lega all’interno della casa, ad uno degli anelli presenti sul soffitto, o all’architrave sull’uscio della porta d’ingresso. In quest’ultimo caso l’altalena nel dondolare fuoriesce e rientra dall’abitazione.

Generalmente i partecipanti al gioco sono due donne, raramente due uomini e ancor più di rado un uomo ed una donna. Esse siedono spalla a spalla e si danno la spinta col piede sinistro, intonando a turno il medesimo verso che la seconda voce riprende con piccole variazioni melismatiche.

Nelle case in cui si canta si riuniscono amici e parenti e spesso i padroni di casa invitano di proposito chi ha una bella voce e conosce bene i canti.

 

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