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Carnevale di Gallipoli

Carnevale di Gallipoli

I festeggiamenti iniziano la domenica precedente al Martedì Grasso, in piazza Duomo, precisamente sulla balconata della palazzina municipale. Ogni anno la città di Gallipoli accoglie i nuovi regnanti della festa che si presentano alla cittadinanza  alle ore 12 in punto del primo giorno di festa, ricevendo dalle mani del sindaco la chiave della città e lo scettro del governo su tutto il territorio cittadino.

“Re Candallinu” e “Regina Mendula Riccia” incarnano l’immagine della manifestazione gallipolina, acquisendo i propri fantasiosi nomi di rappresentanza dai confetti tipici del carnevale che storicamente venivano lanciati dai signorotti sulla centralissima via Antonietta De Pace, quando la festa anticipava i grandi Bagordi interdetti dall’imminente Quaresima.

Dopo la lettura del “Regal editto di Re Candallinu” segue il corteo che si snoda da piazza Duomo per le vie della città vecchia, accompagnato dal gruppo storico sbandieratori e musici “Rione Lama” di Oria.

Al corteo storico si aggiungono le illustri figure della casata Balsamo e della regale coppia Gioacchino Napoleone (meglio conosciuto come Gioacchino Murat), Re di Napoli e di Sicilia e la sua illustre consorte Carolina Bonaparte in “visita” nella città di Gallipoli.

La maschera carnevalesca più celebre di Gallipoli è “lu Tidoru”, ovvero Teodoro.  La storia che accompagna questa maschera è, infatti, quella di un certo Teodoro, giovane ragazzo gallipolino, arruolato alle armi, che non può tornare a casa per i riti del carnevale. La madre prega il buon Dio affinché suo figlio ottenga due giorni di permesso per festeggiare il carnevale.

Teodoro torna in tempo per festeggiare il rito carnevalesco, tuffandosi letteralmente sul cibo. Mangia così tante salsicce e polpette che muore strangolato dalla sua stessa ingordigia.

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