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Pacecco de Rosa, il pittore napoletano innamorato della Puglia

Pacecco de Rosa, il pittore napoletano innamorato della Puglia

Pacecco De Rosa, pseudonimo di Giovan Francesco De Rosa nasce a Napoli nel 1607 e risulta fra i pittori meridionali più attivi nel Regno.

Molte opere si trovano nel museo Capodimonte, e in quello di San Martino.

Influenzato anche dal Domenichino, si distingue dagli altri pittori napoletani del tempo per il purismo classicizzante delle sue opere. Pacecco fu anche caposcuola di una corrente pittorica, il purismo.

Nel 1636 dipinge il San Nicola di Bari ed il garzone Basilio (sacrestia della Certosa di San Martino.Una serie di dipinti con soggetto simile, Madonna col Bambino (una conservata sempre a San Martino, un’altra nella Chiesa di Santa Marta e un’altra alla Galleria Nazionale di Praga), sebbene di controversa attribuzione, sembrano appartenere al De Rosa.

Particolare è invece il dipinto degli anni quaranta, presente in San Domenico Maggiore, la Madonna e San Carlo Borromeo, in cui è certa la collaborazione con il Vitale e in cui si assiste a una variazione del classico tema iconografico in quanto San Domenico è presente nel dipinto quasi in secondo piano e defilato rispetto a San Carlo.

Nella bottega di De Rosa lavorano numerosi allievi di buon livello e, per dirimiere le numerose questioni di attribuzione dei suoi lavori molto spesso gli studiosi si sono basati su una sorta di firma personale dell’autore, rappresentata dal suo cane raffigurato in molti dipinti.

La produzione dell’artista fu copiosa e, tra i soggetti di sicura attribuzione, vi sono senz’altro quelli raffiguranti temi religiosi, come l’Annunciazione in San Gregorio Armeno e il San Tommaso d’Aquino che riceve il cingolo della castità in Santa Maria della Sanità.

Opere della maturità di grande rilievo artistico sono il Massacro degli innocenti, ora al Museo di Filadelfia e il Bagno di Diana e Susanna e i vecchioni al Museo di Capodimonte.

Dove sia morto l’artista non si sa, come accadde per altri pittori napoletani morti nello stesso anno, le cause sono da ricercare nell’epidemia della peste del 1656.

Nella chiesa parrocchiale di Lizzanello si trova una sua opera, Il martirio di San Lorenzo. Un’opera bellissima (in copertina) con una storia di trafugamento. Ritrovata nel 1997 nel retrobottega di una pasticceria leccese e riportata nella collocazione originale.

Una tela raffigurante Santa Agnese presente nel Castello di Francavilla Fontana è andata purtroppo perduta.

A Lecce, nel museo Sigismondo Castromediano, si trova un martirio si San Biagio di notevole fattura.

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