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Bari, storia di una capitale

Bari, storia di una capitale

Bari fino al 1931 si è chiamata Bari delle Puglie. Oggi è il capoluogo della città metropolitana di Bari e conta oltre 300mila abitanti.

Bari ha una solida tradizione imprenditoriale e commerciale e da sempre è punto nevralgico nell’ambito del commercio e dei contatti politico-culturali con il Medio Oriente (il cosiddetto Levante). Questo l’ha resa il maggiore scalo passeggeri italiano del mare Adriatico. Dal 1930 si tiene a Bari la Fiera del Levante, tra le principali esposizioni fieristiche d’Italia.

Nella cattedrale della città riposano le reliquie di San Nicola. Ciò ha reso Bari e la sua basilica uno dei centri prediletti dalla Chiesa ortodossa in Occidente e anche un importante centro di comunicazione interconfessionale tra l’Ortodossia e il Cattolicesimo.

Il periodo della fondazione di Bari è incerto,  Secondo Plinio il Vecchio, ma priva di riscontri certi, l’allora cittadina sarebbe stata fondata da Japige, figlio di Dedalo venuto da Creta, e chiamata Japigia, successivamente conquistata e ingrandita dal capitano Barione, leggendario condottiero illirico, e da quest’ultimo il nome attuale.

Divenne presto il centro della Peucezia, area allora in buona parte corrispondente alla Terra di Bari. Aveva già allora un’intensa vocazione marittima e commerciale.

Nel 326 a.C. Bari divenne municipium romano, perché fra le città apule alleate di Roma nella seconda guerra sannitica (peraltro, in quegli anni varie tribù apule avevano chiesto aiuto ai Romani proprio contro i vicini Sanniti, che sconfinavano sempre più minacciosamente).

Latinizzata in Barivm (Barium), fu municipium cum suffragio, ebbe quindi la possibilità di darsi proprie leggi e istituzioni pur dipendendo da Roma.

 

Difesa da murae da una rocca,dagli anni 108-110 d.C. Bari fu attraversata della Via Appia Traiana, e dispose di una zecca propria per coniare moneta, nonché di un tempio di Augusto e uno più antico dedicato ad Apollo, e un pantheon per le sue divinità pagane.

Del periodo romano rimangono scarse vestigia, giusto qualche tratto di lastricato, alcuni elementi architettonici o decorativi spesso riutilizzati in edifici medievali, e basamenti o fondazioni strutturali rinvenuti nella città vecchia (Cattedrale di San Sabino, Palazzo Simi).

Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente nel 476, fu invasa dai Barbari e occupata dagli Ostrogoti. A questi fu sottratta dai bizantini, durante la Guerra gotica, e contesa per i due secoli successivi con i Longobardi del Ducato di Benevento, che ne fecero un gastaldo.

Nell’847 Bari capitolò nelle mani dei Saraceni. Per circa un quarto di secolo fu capitale di un piccolo Stato musulmano indipendente, col suo emiro e la sua moschea.

Il primo califfo di Bari fu Khalfūn (847-852, un capobanda berbero della tribù dei Banu Rabi‘a, che si trovava in Puglia già da diverso tempo e proveniva probabilmente dalla Sicilia.

Dopo la morte di Khalfūn nell’852, gli successe l’emiro Mufarraj ibn Sallam, che consolidò la conquista, ampliandone i confini, e tentò di dare ad essa un fondamento giuridico secondo il diritto pubblico musulmano.

Il terzo ed ultimo emiro di Bari, Sawdān, prese il potere intorno all’857, in seguito all’uccisione di Mufarraj. Invase le terre del longobardo ducato di Benevento e il duca Adelchi.  La città venne abbellita con opere e palazzi, tra cui una moschea, dove venne professato l’islamismo nella sua accezione maggioritaria sunnita.

Espugnata nell’871 dall’imperatore del Sacro Romano Impero Ludovico II, Bari ritornò ai Bizantini nell’876, diventando il maggior centro politico, militare e commerciale italiano dell’Impero d’Oriente.

La città infatti divenne capoluogo del thema di Longobardia, sede di uno stratego e, dal 975, del catapano, funzionario imperiale che amministrava tutti i domini bizantini nell’Italia meridionale. In questo periodo Bari divenne la città e il porto più importante della regione.

Dall’anno mille la città subì tremendi assalti dai Saraceni: il più grave di questi avvenne nell’anno 1002, un lungo assedio da cui Bari venne liberata grazie all’intervento della flotta veneziana, guidata dal doge Pietro II Orseolo. Per riconoscenza i baresi edificarono la chiesa di San Marco dei Veneziani. I mercanti veneziani erano numerosi e nel 1122 venne stipulato un trattato commerciale tra Bari e Venezia.

Inoltre vi furono numerose rivolte antibizantine, la più importante delle quali fu capeggiata da Melo (1009-1018), che si estese a molte città della Puglia centro-settentrionale.

Il dominio bizantino cessò nel 1071, anno in cui prese il potere Roberto il Guiscardo dando inizio alla dominazione normanna. Il 9 maggio 1087, arrivarono a Bari le reliquie di San Nicola, vescovo di Myra, trafugate da marinai baresi.

Nel 1089, da parte dell’abate Elia, cominciò la costruzione della Basilica di San Nicola che verrà portata a termine nel 1097. Cominciò così l’afflusso di pellegrini da ogni parte del mondo.

Federico II nonostante la sua diffidenza nei confronti dei baresi, considerati all’epoca irrequieti e poco fedeli, diede a Bari il primato della regione, e vi ricostruì il castello, dove istituì una delle sette grandi fiere che si tenevano nel regno di Sicilia, e concesse nuovi privilegi e commerci.

Sotto Giovanna I la città fu invischiata nelle lotte tra Angioini e Durazzeschi, Ladislao tentò di risollevarla con alcuni privilegi, ma Giovanna II la rese nuovamente feudo nel 1430.

Gioacchino Murat, nel 1813, diede inizio ad una nuova urbanizzazione, cambiando il volto della città ed impostando un nuovo modello di crescita a scacchiera, proseguito per molti anni a venire. Il borgo costruito all’epoca alle porte della città vecchia, conserva ancora il suo nome.

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