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La devozione pugliese a San Vito

La devozione pugliese a San Vito

Le notizie sul santo sono ammantate di un’aura misteriosa.

Secondo una passio del VII secolo, il futuro San Vito sarebbe nato in Sicilia e rimasto orfano di madre e affidato a due tutori (Modesto e Crescenzia) che gli impartirono un’educazione cristiana.  Dopo aver operato già molti miracoli, Vito sarebbe stato fatto arrestare, insieme ai due tutori, su istigazione del proprio padre biologico.

Dopo le torture e il carcere in cambio dell’abiura, i tre sarebbero stati liberati da un angelo e sarebbero arrivati in barca in Lucania. La leggenda vuole che, durante il viaggio, i tre fossero nutriti da un’aquila. Per approdare infine alla foce del fiume Sele, sulle coste del Cilento.

Questa pala d’altare è un’opera dell’artista salentino Roberto Buttazzo. Si tratta di una rappresentazione della vita di San Vito. Commissionata inizialmente dalla chiesa di San Vito, a Lequile (Lecce).

Acquistata sempre maggior fama di guaritore, fu condotto a Roma dove lo stesso imperatore Diocleziano gli avrebbe chiesto di liberare il figlio dal demonio, ma, pur ottenuto il miracolo, l’imperatore lo fece arrestare e torturare. Venne immerso in calderoni pieni di pece bollente ma rimase illeso, fu quindi gettato in pasto ai leoni ma le bestie divennero mansuete.

Fu torturato nella carne, ma venne liberato dagli angeli. Con lui anche i suoi tutori, che condivisero col santo le agonie nella pelle, e i prodigi dello spirito. Si narra siano stati seppelliti insieme per volontà di una principessa. La donna in balia di una tempesta nel fiume Sele, chiese aiuto a Dio che le inviò in soccorso San Vito. La principessa per ringraziare il santo decise di dare degna sepoltura a lui e ai suoi compagni. Apparsole in sogno, San Vito le rivelò il luogo prescelto. Nei pressi di Polignano a Mare. La Basilica fu costruita nel 900 d.C.

Nel 1300 fu distrutta dagli Ottomani e ricostruita quasi un secolo dopo dai veneziani. Nel 1700 la basilica fu donata come abbazia all’ordine benedettino. Dopo l’Unità d’Italia fu confiscata dallo stato sabaudo. All’interno sono conservati alcuni frammenti d’ossa del ginocchio e del braccio, che emanano un liquido considerato miracoloso, venerato per curare varie malattie come epilessia, isteria, corea o appunto ballo di San Vito (rapido movimento di mani e piedi che evoca un ballo, durante il medioevo si invocava San Vito per ottenerne la grazia)

Dove si celebra San Vito:

A Polignano, San Vito viene celebrato dal 14 al 16 giugno. I riti iniziano con la tradizionale processione via mare. Le reliquie del Santo, accompagnate da decine e decine di imbarcazioni di fedeli, partono dal porticciolo e percorrono tutta la costa polignanese giungendo fino allo Scoglio dell’Eremita per poi attraccare a Cala Paura dove la processione continua a piedi per le vie del centro.

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