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Polignano a mare…musica e tuffi

Polignano a mare…musica e tuffi

Polignano  è la città di Domenico Modugno, conosciuto nel mondo per la sua inconfondibile voce e per quel Volare nel blu dipinto di blu. 

Non è un caso se da qualche anno, Polignano è anche la città italiana del Red Bull Cliff Diving, il campionato mondiale di tuffi acrobatici. Un vero e proprio volo di 27 metri, come tuffarsi da un palazzo di 9 piani.

Un appuntamento fisso dell’estate polignanese, con migliaia di spettatori in attesa dei tuffi più alti del mondo.

 

Un po’ di Storia:

Polignano risale al neolitico, l’ipogeo Manfredi (IV millennio a.C.), è uno degli insediamenti neolitici più antichi e significativi di Puglia. Nel II millennio a.C., l’approdo degli Iapigi spinse gli abitanti dei villaggi a trasferirsi nella zona dell’attuale centro storico. È anche attestata la frequentazione di questi luoghi da parte di mercanti corinzi e attici, quando la terra di Bari assunse la denominazione di Peucezia.

Nel VI secolo, Polignano fa parte dell’Impero Bizantino ma il prestigio del paese cresce con l’arrivo dei Normanni, grazie anche all’opera dei Benedettini, presenti con due monasteri.

La dominazione angioina rese ancora più fitti i rapporti commerciali con altri centri costieri e molti uomini d’affari e mercanti, anche veneziani, si stanziarono in via definitiva a Polignano. La breve esperienza veneziana di Monopoli nel XVI secolo riguarderà per circa vent’anni anche Polignano.

Ancora oggi nel centro storico è presente il palazzo del Doge, dove risiedeva il governatore veneziano. Nel 1530 Polignano viene ceduta da Venezia a Carlo V, imperatore di Spagna. Da quel momento in poi, fino all’Unità d’Italia, il dominio viene mantenuto dalla famiglia reale spagnola.

Cosa vedere:

La chiesa madre intitolata a Santa Maria Assunta si affaccia sulla piccola piazza Vittorio Emanuele, cuore del centro storico. Sono custodite opere dello scultore Stefano da Putignano, attivo tra il XVI e il XVII secolo, e un polittico della Madonna con Bambino e Santi, del XV secolo su tavola dorata di Bartolomeo Vivarini. All’interno della Chiesa sono custodite alcune reliquie di San Vito, un frammento del Braccio e la Rotula del Ginocchio.

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