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      La stramba storia del principe alchimista

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      Nel castello Brancaccio di Ruffano, un Principe misterioso regnava con un potere che suscitava tanto ammirazione quanto timore. Come Faust, aveva fatto un patto col Diavolo, un accordo oscuro che gli permetteva di vedere i suoi desideri soddisfatti in un batter d’occhio. Gli abitanti del villaggio, increduli e impauriti, si interrogavano sugli strani ordini che il Principe impartiva e su come riuscisse a farsi obbedire da tutti, persino dalle forze più oscure.

      Un giorno, mentre si svolgevano i lavori per la costruzione di canali destinati a trasportare l’acqua dal paese al mare, un gruppo di concittadini decise di fare un’incursione nel castello. Spinti dalla curiosità e dall’ardore di scoprire il segreto del Principe, si intrufolarono tra le ombre delle antiche stanze. Fu allora che, nascosti dietro un grande arazzo, osservarono con stupore il Principe aprire un libro di magia, il cui contenuto sembrava pulsare di energia.

      Costruisci il canale!”, ordinò il Principe, e in un attimo il Diavolo apparve, pronto a eseguire l’ordine. Gli uomini, increduli, si scambiarono sguardi di meraviglia e terrore. Ma non era finita. Aspettarono che il Principe si ritirasse per la notte e, con il cuore in gola, si avvicinarono al libro incantato che giaceva ancora aperto sul tavolo.

      Con un misto di audacia e incoscienza, aprirono il libro e iniziarono a pronunciare comandi stravaganti, chiedendo al Diavolo di creare “torte d’acqua e sarcine de rena”, ovvero fascine di sabbia. Le loro richieste, ridicole e impossibili, sembravano far ridere il Diavolo, ma ben presto si trasformarono in una vera e propria crisi. Il Diavolo, confuso e frustrato, tentò di modellare l’acqua e piegare la sabbia secondo le indicazioni bizzarre, ma ogni tentativo si rivelava un fallimento.

      Il caos si scatenò nel castello, mentre il Diavolo, in preda all’ira e alla confusione, fece impazzire gli elementi. Le pareti tremarono e il libro di magia, travolto da un vortice di potere, iniziò a bruciare. In un lampo, il volume andò in fumo, riducendo in cenere il segreto che aveva garantito al Principe il suo dominio.

      Quando il fumo si diradò e la calma tornò nel castello, gli uomini si ritrovarono a riflettere su ciò che era appena accaduto. Avevano sfidato il Diavolo e, in un atto di follia, lo avevano costretto alla resa. Da quel giorno, il Principe non poté più contare sulla magia oscura per soddisfare i suoi desideri. E così, il mistero del castello Brancaccio si arricchì di una nuova leggenda, una storia di audacia e follia che si sarebbe tramandata tra gli abitanti di Ruffano, ricordando a tutti che anche i poteri più oscuri possono essere messi in crisi da un atto di coraggio.

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