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Minervino di Lecce, il borgo consacrato alla dea Minerva

Minervino di Lecce, il borgo consacrato alla dea Minerva

Minervino di Lecce è un comune di 3552 abitanti (incluse le frazioni di Specchia-gallone e Cocumola) situato nell’estremo oriente della penisola salentina, ad una manciata di chilometri dai centri marittimi di Otranto, Santa Cesarea Terme e Castro. Proprio alla sua posizione, localizzata nell’immediato entroterra della costa adriatica più vicina a Grecia ed Albania, è legata la sua storia.

A fondare Minervino potrebbero essere stati infatti i Messapi che, provenienti appunto dall’Illiria (gli odierni Balcani meridionali) intorno all’anno mille avanti Cristo, eressero in loco una statua dedicata alla dea Minerva da cui il villaggio prese il nome, sebbene il copioso numero in zona di dolmen e menhir facciano pensare ad una presenza risalente già all’età del Bronzo.

Un’altra ipotesi molto accreditata è che, intorno al IX secolo, gli abitanti dell’antica Castrum Minervae, rasa al suolo dalle invasioni turche in quanto tra i primi e principali avamposti sul mare dell’Impero Bizantino, si spostarono qualche chilometro più all’interno edificando un borgo anch’esso dedicato alla dea della saggezza.

Nei secoli seguenti Minervino seguì le vicissitudini della Provincia, dal susseguirsi delle invasioni saracene al continuo passaggio di proprietà del suo Casale da feudatario a feudatario, di cui i più noti furono i Venturi (divenuti poi Duchi), gli Scarciglia e gli Urso, di cui ancora oggi si possono ammirare i sontuosi palazzi.

Proprio le dimore gentilizie costituiscono alcune tra le principali attrazioni del piccolo centro, tra le quali spicca il cinquecentesco Palazzo Venturi. Di notevole spessore artistico le chiese, che resero talmente orgogliosi gli abitanti da essere soprannominati “Cappiddhruzzi” per il loro fare spocchioso. La più importante è la chiesa madre di San Michele, anch’essa risalente al XVI secolo e dominata da un rosone barocco che richiama quello più celebre della leccese Santa Croce.

Di un secolo più giovane la Chiesa di Sant’Antonio, patrono di Minervino, nota per l’attiguo maestoso convento dei Padri Riformati. La più antica è invece la piccola chiesa di Santa Croce che, poco fuori il centro abitato immersa in una bellissima pineta, fu edificata nel XIII secolo. Sempre nelle campagne immediatamente circostanti si trovano infine alcuni monumenti megalitici di notevole importanza. Parliamo del menhir Monticelli e, soprattutto, dell’imponente dolmen Li Scusi. Quest’ultimo è il primo rinvenuto in Puglia non che uno dei più grandi e meglio mantenuti dell’interno territorio nazionale. Il grande lastrone di copertura presenta al suo centro un foro attraverso il quale passa la luce solare solo in un giorno dell’anno, ovvero in occasione del solstizio d’estate. Nella frazione di Cocumola si trovano invece i menhir della Croce e Pizzilonghi-Urpinara.

 

Di Alessio Maria Amato

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