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Putignano, città di cartapesta, antiche mura e grotte

Putignano, città di cartapesta, antiche mura e grotte

Famosa per il suo Carnevale, il più antico e il più lungo d’Europa (inizia il 26 dicembre con le Propaggini per terminare nel tradizionale martedì grasso), Putignano si trova su tre colli calcarei della Murgia.

Il centro storico è contenuto dal cosiddetto Estramurale, che corrisponde alla arcaica cinta muraria, e conserva la tipica conformazione medioevale, densa di palazzi nobiliari e di siti religiosi quali chiese e conventi.

Tutto fa capo a Piazza Plebiscito, la piazza principale, dominata dalla Chiesa Madre dedicata a San Pietro e risalente al XII secolo, sebbene rimaneggiata fino al XVIII secolo. Si staglia sulla piazza il Palazzo dei Cavalieri di Malta, ed il Sedile, l’antica sede del governo cittadino.

Sempre nel centro storico, ci sono la chiesa di Santa Maria la Greca, il monastero della chiesa di Santa Chiara dov’è possibile ammirare notevoli esempi di architettura religiosa. E poi ancora le piccole chiese di Santo Stefano, La Maddalena, San Lorenzo, Santa Maria di Costantinopoli.

Poco distante dal Borgo Antico si può visitare l’attuale Municipio, un tempo convento dei Carmelitani, Palazzo Romanazzi, che oggi è occupato dal Museo civico nel quale solo raccolte tele seicentesche e del XVIII secolo, oltre che arredi in perfetto stile rococò.

Fuori Putignano si può visitare la Grotta del Trullo, distante soltanto un chilometro dal centro storico sulla strada statale per Turi. È questa la prima grotta turistica in Puglia ed è ubicata nelle adiacenze della folkloristica area dei trulli. Una studiata illuminazione consente di vedere incredibili concrezioni di alabastro dai colori pastello che vanno dal rosa al bianco anche se lo spettacolo più inatteso è quello che si gode entrando all’interno della grotta.

La storia di Putignano è antichissima, risale alle prime popolazioni pugliesi dei Peucezi per prosperare durante il periodo della Magna Grecia e divenire un municipium romano.

Attorno all’anno 1000 il territorio di Putignano divenne proprietà dei monaci benedettini, che risiedevano nell’Abbazia di Santo Stefano di Monopoli. Da allora cominciarono a vivere nel territorio di Putignano piccole famiglie di contadini al servizio dei Benedettini.

Federico II di Svevia amava compiere battute di caccia nei territori baresi, aveva anche una residenza a Gioia del Colle. Amava anche Putignano, tanto che vi fece costruire un castello immediatamente fuori dal centro abitato. Accingendosi ad entrare in città, i putignanesi gli negarono l’accesso, dietro consiglio dei Benedettini, parteggianti per il Papa che aveva scomunicato l’imperatore. Da allora fece distruggere il castello, di cui oggi non resta traccia, danneggiando pesantemente anche la cinta muraria.

Al furore di Federico II si aggiunsero le lotte del vescovo di Conversano per ottenere la giurisdizione spirituale sul territorio. Tuttavia, per un lungo periodo di tempo, Putignano ha goduto (come è accaduto per la vicina città di Rutigliano) dello status di ecclesia nullius diocesis, ovvero non apparteneva a nessuna diocesi ed era sotto la diretta dipendenza della Santa Sede.

Tuttavia, il periodo di maggior splendore coincise con dominio dei Gerosolimitani o Cavalieri di Malta, soprattutto dal governo del Balì Carafa, il quale nel 1472 fece costruire una nuova cinta muraria in sostituzione di quella antica danneggiata da Federico II.

La costruì più grande ed imponente, dotata di 14 torrioni rotondi e 12 quadrangolari, circondata da un grande fossato. Concesse inoltre l’apertura di una seconda porta, Porta Barsento, in aggiunta alla preesistente Porta Grande.

Nel 1477 completò un’altra grande opera. Riedificò la Chiesa di San Pietro Apostolo, costruendola molto più grande e dotandola di un grande pregio artistico e architettonico.

Tra le meraviglie da vivere a Putignano è inutile ricordare il carnevale. Una tradizione che risalirebbe ai tempi della cacciata di Federico II dal paese.

Nel 1806 a Putignano vennero piantati dai francesi tre olmi in memoria delle idee di democrazia e libertà. Di questi, uno è tutt’oggi esistente.

A pochi chilometri dal centro urbano si trova la Grotta di San Michele in Monte Laureto. Frequentata sin da epoche remote come luogo di celebrazioni religiose, prima in devozione del dio Apollo e poi dedicata a San Michele Arcangelo.

È un’ampia scalinata a introdurre alla grande camera unica della chiesa rupestre, dove si conserva un’edicola affrescata, risalente al periodo bizantino. Sulla destra, compare un’altra edicola con un affresco della Madonna del Carmine, mentre a sinistra dell’altare trionfa la statua di San Michele, attribuita a Stefano da Putignano.

La grotta è tra i luoghi di culto più suggestivi della zona: completamente scavata nella roccia, la cavità conserva un soffitto acuminato di stalattiti e una luce particolare, che conferisce solennità e mistero all’ambiente, dove si sente riecheggiare in sottofondo il gorgoglio dell’acqua.

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