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Taurisano, il borgo inquisitore più famoso di Puglia

Taurisano, il borgo inquisitore più famoso di Puglia

Taurisano fa mostra delle sue viuzze, ciascuna caratterizzata da una corte o da un’edicola. Un piccolo gioiello che nella tortuosità delle sue strade compone un diadema, impreziosito dai palazzi del centro storico.
Situata nel cuore delle Serre Salentine, la cittadina prende il nome probabilmente dal toro che spicca sullo stemma cittadino.

Nel cuore dell’estate, il 3 agosto, il centro storico, con le sue corti, i palazzi e le chiesette, si veste a festa in onore del patrono Santo Stefano.

Taurisano è la città natale del filosofo Giulio Cesare Vanini. La casa del grande filosofo salentino, morto per le sue idee sul rogo a Tolosa, si trova in via Roma.

Un motivo in più per conoscere il paese, che da un dedalo di viuzze ha dato i natali ad un pensatore che ha fatto dell’apertura mentale e dell’anti-dogmatismo il fulcro nevralgico del suo pensiero.

La chiesa madre, intitolata alla Trasfigurazione di Nostro Signore, contiene un’agile ed elegante cupola, alta dal basso 33 metri, che secondo il De Giorgi, richiama la chiesa di S. Carlo in Catinari a Roma.

Poco più avanti si ammira la chiesa della Madonna della Strada, uno dei più importanti esempi di architettura romanica in Puglia. Un vero gioiello di sapienza costruttiva e decorativa medievale.

Perdendosi nei meandri del centro storico si scopre il Palazzo Ducale, eretto sulle antiche fondamenta del castello angioino, risalente al XIII secolo, di cui restano l’arco romanico in pietra leccese e la torre eretta nel XVI secolo dai feudatari Gattinara Lignani. Risalgono ad epoche successive i portali impreziositi da elementi tardo-barocchi, la croce dell’Ordine dei Cavalieri di Malta e gli stemmi di altre casate feudali di Taurisano. All’interno spiccano le volte affrescate tra ‘800 e ‘900 con putti, dame e soggetti floreali. L’edificio sorge nel cuore del paese ed è oggi sede degli uffici del Comune.

In via Cesare Battisti si affaccia la corte più grande del paese, risalente al XVI secolo, mentre nella stretta viuzza Isonzo si apre una finestra rinascimentale.

La Specchia Silva e il Menhir Sajetti rappresentano le più antiche testimonianze storiche sopravvissute al corso del tempo, in parte ancora avvolte dal mistero.

Specchia Silva è un grande cumulo di pietre e si erge per un’altezza di 10 metri. Gli studiosi rivelano che, fino all’800, la sua altezza era tre volte maggiore e che probabilmente era utilizzato come luogo d’avvistamento per un’area molto vasta. Le pietre che la compongono furono usate per la produzione della calce.

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