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Canti natalizi pugliesi

Canti natalizi pugliesi

La Notte dei fornai, fra il 23 ed il 24 dicembre, a Toritto, vede musicanti e cantori intonare stornelli dialettali e canti natalizi al suono di chitarre, fisarmoniche, violini e tamburelli.

Le origini di questa tradizione risalgono ai primi del ‘900, quando la “questua dei fornai” divenne un’esibizione musicale. I garzoni dei forni locali dell’epoca chiedevano con un caratteristico “grido” alle donne torittesi di portare pani e dolci natalizi a cuocere ed invocando il “Santissimo Sacramento” per le famiglie povere.

La pratica era dovuta alla diffusa povertà di quegli anni. Il passaggio da grida a canti natalizi segna la nascita della “Notte dei Fornai”. I fornai delle origini, col tempo, divennero musicisti e cantori organizzati in compagnie (Compagnia Lisi, Maselli, Regina), che iniziarono a tramandare di generazione in generazione il repertorio musicale e la stessa tradizione.

I Canti della Strina sono canti rituali di questua appartenenti al ciclo dei canti relativi al periodo di Natale/Epifania. In questo lasso di tempo relativamente tranquillo per il lavoro nei campi, alcuni contadini, nel Salento, si riunivano in gruppi, quasi sempre di cinque, e andavano di masseria in masseria, di paese in paese, a cantare nei pressi delle case signorili e padronali la nascita di Gesù e l’arrivo dei Re Magi con i doni: la strina quindi, la strenna.

La strina era eseguita generalmente da una o due persone accompagnate da un’orchestrina di strumenti: organetto, cupa-cupa (specie di putipù napoletano a Corigliano d’Otranto chiamato anche zampogna), violino a sonagli, tamburello e triangolo.

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