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Alezio, l’antico centro messapico risorto dalle sue ceneri

Alezio, l’antico centro messapico risorto dalle sue ceneri

Alezio, fondata dai Messapi fra il IX e l’VIII secolo a.C. fu possedimento di Roma dal V secolo. Probabilmente intorno al Mille divenne anch’essa oggetto delle scorribande dei Saraceni e di lì iniziò una lunga e lenta ricostruzione che, insieme al ripopolamento del centro urbano e al suo successivo ampliamento, la condussero ad assumere il nome di Villa Picciotti intorno al 1796. Solo nel 1873 Vittorio Emanuele II concesse alla cittadinanza di tornare a fregiarsi del suo antico nome di Alezio.

A poca distanza dal centro urbano, in Contrada Monte d’Elia, è stata recentemente individuata la necropoli messapica, databile tra il VI e il III-II secolo a.C., nella quale è possibile osservare i sistemi di sepoltura tipici del periodo: dalla semplice fossa scavata nella terra o tagliata a cassa rettangolare nella roccia (pseudosarcofago), al sarcofago monolitico finemente squadrato e dotato di gradino in rilievo sul fondo a mo’ di capezzale, fino alla più recente cassa di lastroni di grandi dimensioni.

Come l’antica e gloriosa città messapica è risorta dalle sue ceneri, dopo più di duemila anni, riprendendosi il nome e il prestigio che le era stato tolto, così la necropoli si è recentemente riaffacciata alla superficie riaccendendo su Alezio i riflettori di tutta Italia.

Tra i suoi monumenti religiosi più in vista, di risonanza non soltanto locale è la Chiesa-Santuario di Santa Maria della Lizza edificata a partire dal 1268 e adorna di un fastoso ed imponente arco gotico. Ospita uno dei più apprezzati dipinti del Coppola raffigurante il martirio di San Pietro. Tra le dimore signorili di maggior pregio citiamo, invece, Palazzo Tafuri, del XVIII secolo, che ospita la sede del Museo Civico Messapico.

Cittadini illustri furono l’Abate Angelo De Simone, docente di lingue ebraiche ed arabe all’Università di Napoli, e Vincenzo Tafuri, insigne giurista.

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