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Ercole Ugo D’Andrea, il poeta del quotidiano che fu caro a Mario Luzi

Ercole Ugo D’Andrea, il poeta del quotidiano che fu caro a Mario Luzi

Ercole Ugo D’Andrea, uno dei grandi poeti del Novecento italiano, vicino a Mario Luzi e all’ermetismo, nasce a Galatone (Lecce), figlio di due insegnanti. Frequenta la scuola elementare di Galatone fino al maggio del 1943, quando il conflitto bellico porta alla chiusura anticipata dell’istituto.

Si trasferisce insieme alla madre ed ai fratelli Aurelio e Rita a Civitella Alfedena, in Abruzzo, città natale del padre, che confidava di tenere la famiglia al riparo dai bombardamenti. Paradossalmente quei luoghi si rivelano più esposti all’orrore della guerra e quei mesi travagliati forgiano il carattere e la sensibilità del poeta.

Nell’estate del 1944 la famiglia rientra a Galatone e, dopo aver terminato la scuola Elementare e la Media, Ercole Ugo D’Andrea ottiene, nell’a.s. 1954/1955, la maturità Classica al Liceo di Nardò. Lo stesso anno si iscrive all’Università a Roma, indirizzo Giurisprudenza. A Roma resta per due anni ma con scarsi risultati, preferendo spesso e volentieri alle lezioni di diritto i corsi tenuti da Ungaretti.

Una forte depressione e una profonda crisi esistenziale lo portano ad abbandonare la facoltà capitolina e a iscriversi a Lettere Moderne, a Lecce, conseguendo la Laurea nel 1969 con una tesi su Giovanni Verga.

Diventa presto docente di Lettere e inizia a produrre sempre più pregevoli componimenti poetici che riscuotono notevoli apprezzamenti, più di frequente all’infuori del Salento e della Puglia. Tuttavia D’Andrea persevera nel lavorare e comporre versi in solitudine, quasi in isolamento, nella sua casa di Galatone, rifiutando la mondanità e l’ufficialità crescente del suo ruolo di poeta.

D’Andrea si consegna all’immortalità della grande letteratura come un personaggio schivo e di straordinaria sensibilità, con una voce poetica rivolta agli affetti, all’infanzia, alle stagioni, alla casa, alla contrada, alla madre, alla cultura e alla tradizione cristiana.

Tra le sue opere: Rosario di stagioni (Quaderni del Critone, 1964), Spazio domestico (Rebellato, 1967) Ozi e negozi (Vallecchi, 1973), Bellezza della madre (Capone, 1981), La confettiera di Sèvres (Lacaita, 1989), Fra grata e gelsomino (Garzanti, 1990), Il bosco di melograni (Passigli, 1996), L’orto dei ribes di corallo (Lacaita, 1999), Scardanelli (Passigli, 1999).

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