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Capperi! salentini

Capperi! salentini

Il cappero è un piccolo arbusto della famiglia delle Capparaceae. Della pianta si consumano i boccioli detti capperi e i frutti detti cucunci, in dialetto salentino chiapparine.

 

Il cappero è parte integrante della flora salentina in quanto vive bene in ambienti estremi, come possono essere l’aridità, la salinità e i terreni calcarei. Non di rado li vediamo spuntare maestosamente da vecchi muri, rocce o cave.

I capperi sono diuretici, antinfiammatori e antitumorali. Aiutano digestione e circolazione. Combattono la stanchezza nei cambi di stagione. E potete usarli anche per maschere anti-aging.

Nel sud Salento, precisamente a Racale, vi è un importante coltura con molte varietà di capperi.

In cucina li possiamo usare dappertutto per arricchire i piatti: dalle insalate (innanzitutto di pomodori) alla pasta (la più famosa è olive e capperi), fino al pesce e alla carne. Nell’aromatizzare un piatto con il loro sapore forte, i capperi ci consentono anche di evitare uno spreco importante per la nostra salute: l’uso eccessivo del sale.

I fiori sono ermafroditi, molto grandi, e fioriscono a partire da maggio fino all’inizio dell’autunno. Quello del cappero non è un albero, ma un semplice arbusto, e i suoi non sono frutti ma fiori, ossia boccioli ancora schiusi.

La pianta, sempre di colore verde, piuttosto piccola, cresce sotto forma di cespuglio, tra le crepe dei muri, tra gli spacchi delle rocce e nella terra brulla.

Non ha bisogno di acqua, e ama terreni calcarei e asciutti. Il nome originale dell’arbusto è Capperis spinosa, una pianta originaria della Grecia e dell’Asia Minore, tipica del bacino del Mediterraneo.

 

Claudia Miggiano

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