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La Pizzica Salentina

La Pizzica Salentina

La pizzica ha origini antichissime che risalgono ai culti dionisiaci dell’area mediterranea. Durante  i festeggiamenti in onore di Dioniso, gli antichi popoli alteravano i loro comportamenti ordinari dandosi a scalmanate danze, ritmate spesso dal suono del tamburo.

Questa ancestrale tradizione si è in qualche modo preservata nel mondo contadino pugliese e in particolare nell’area del Salento e della Grecìa Salentina. Al culto di Dioniso viene però sostituita la figura di San Paolo, che la tradizione cristiana interpreta come protettore e guaritore dagli animali velenosi.A questo punto entra in scena la Tarantola, un animale in realtà poco velenoso, ma che nell’immaginario contadino rappresenta una minaccia alla vita e alla sanità mentale di chi viene morso. Il ragno inocula un veleno che manda in trance chi ne subisce il morso, e l’unico antidoto diviene la danza a ritmo di tamburello, fino a scacciare l’ultima stilla di veleno.  Una caratteristica fondamentale è la ritualità collettiva del ballo e della musica. Tutta la comunità si aggrega per suonare e incoraggiare il malcapitato (quasi sempre donna) fino allo sfinimento e alla liberazione.Come approfondito dall’antropologo Ernesto De Martino, si trattava quasi sempre di aspetti sociali e patologici, dove il rituale di purificazione esorcizzava un malessere diffuso che trovava la sua legittimazione culturale nel veleno del ragno, in realtà innocuo.La guarigione dal morso aveva il suo scenario rituale tra le mura domestiche, per lo più la  camera da letto, ad eccezione di rituali che si svolgevano sull’aia contadina o una volta all’anno presso la cappella di San Paolo a Galatina dove si colloca il pozzo dall’acqua miracolosa. Da cui bevevano tutte le tarantate durante i festeggiamenti in onore di San Pietro e Paolo.

La pizzica salentina (o pizzica pizzica) diventa nel tempo un ballo che simula il corteggiamento uomo/donna e prevede una forte circolarità, risaltata dalla ronda, ovvero il gruppo di tamburellisti e suonatori che si forma attorno alla coppia di ballerini. A fine anni 90 del secolo scorso, la pizzica si trasforma ancora, accelerando il ritmo del tamburello e dando vita a quella che i musicologi chiamano Neo-Pizzica. L’esempio più noto è la manifestazione della Notte della Taranta. Una kermesse annuale che celebra la musica salentina e contagia o meglio “pizzica” decine di miglia di giovani provenienti da tutto il mondo.

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