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Il Finocchietto selvatico

Il Finocchietto selvatico

Il finocchietto selvatico (foeniculum vulgaris) cresce spontaneamente lungo le coste del Mediterraneo. Per i Romani il finocchio selvatico era simbolo di forza e di successo, al punto da usarlo nelle vivande offerte ai gladiatori. I veneziani “infinocchiavano” il vino per mascherarne i difetti e ammorbidirne il gusto. Le foglie sembrano filiformi perché sono molto frastagliate. I fusti sono carnosi e possono raggiungere anche i due metri. I fiori sono gialli e disposti in ombrelle. Le giovani infiorescenze, dette “caruselle”, che nel Salento significa giovinetta, vengono sovente messe sotto aceto e utilizzate come contorno o per condire la tradizionale “pitta di patate”. I frutti che si formano dai fiori sono impropriamente chiamati semi di finocchio. Le foglie più giovani si possono anch’esse usare crude in insalata, su pesce o carne, o cotte per minestre, frittate, etc. Dalle foglie, fresche oppure lasciate ad essiccare, si ricava un infuso prelibato, il “finocchietto”, utilizzato come liquore da degustazione o come digestivo.

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