
Marcantonio Zimara è stato un filosofo e medico del Cinquecento. Nato a Galatina nel 1470 é noto soprattutto per il suo contributo all’aristotelismo e all’averroismo. Studiò a Padova grazie al supporto dello zio Pietro Bonuso. Conseguì il dottorato in artibus nel 1501 e insegnò filosofia naturale. Marcantonio è ricordato per le sue opere che difendono l’interpretazione averroistica di Aristotele.
L’averroismo gioca un ruolo centrale nella filosofia di Marcantonio Zimara, il quale è un fervente difensore dell’interpretazione averroistica di Aristotele. Zimara si opponeva a qualsiasi deviazione da questa interpretazione, criticando sia i suoi contemporanei che cercavano di conciliare Aristotele con altre filosofie, sia coloro che, come i sigieriani, tentavano di modificare la dottrina dell’intelletto unico e separato. Le sue opere, come le “Solutiones contradictionum” e la “Tabula dilucidationum“, sono testimonianze del suo impegno nel mantenere la purezza dell’averroismo contro ogni forma di deviazione
Le principali opere di Marcantonio Zimara includono:
- Solutiones contradictionum in dictis Aristotelis et Averrois: Un’opera in cui Zimara risolve le contraddizioni apparenti tra le affermazioni di Aristotele e Averroè.
- Tabula dilucidationum in dictis Aristotelis et Averrois: Un glossario che chiarisce i punti oscuri e controversi degli scritti di Aristotele e Averroè, con frequenti digressioni contro vari filosofi e teologi.
- Quaestio de primo cognito: Dedicata a Marcantonio Contarini, questa opera discute il primo oggetto della conoscenza.
- Annotationes in Ioannem Gandavensem super Quaestionibus Metaphysicae: Note e commenti sulle questioni metafisiche di Giovanni di Jandun.
- Quaestio de immortalitate animae: Un’opera che discute l’immortalità dell’anima, spesso in polemica con Pietro Pomponazzi.
Queste opere riflettono il suo impegno nel difendere l’interpretazione averroistica di Aristotele e nel combattere le deviazioni da questa dottrina.
Le differenze tra averroismo e platonismo sono significative e riguardano vari aspetti della filosofia, tra cui la concezione dell’intelletto, la natura delle idee e la relazione tra l’anima e il corpo. Ecco alcune delle principali differenze:
- Concezione dell’intelletto:
- Averroismo: Sostiene l’idea di un intelletto unico e separato per tutta l’umanità, che si unisce agli individui attraverso le immagini sensibili. Questo intelletto è eterno e non individuale.
- Platonismo: Propone l’esistenza di un’anima individuale e immortale per ogni persona, che possiede una conoscenza innata delle idee eterne e immutabili.
- Natura delle idee:
- Averroismo: Le idee sono considerate come forme intelligibili che esistono nell’intelletto unico e separato.
- Platonismo: Le idee sono entità reali e separate che esistono in un mondo intelligibile, indipendente dal mondo sensibile. Sono esemplari eterni delle cose sensibili.
- Relazione tra anima e corpo:
- Averroismo: L’anima intellettiva è separata dal corpo e non è la forma sostanziale dell’individuo. L’intelletto unico si unisce agli individui solo attraverso le immagini sensibili.
- Platonismo: L’anima è la forma sostanziale del corpo e ha una natura immortale. Essa preesiste al corpo e, dopo la morte, ritorna al mondo delle idee.
- Conoscenza e apprendimento:
- Averroismo: La conoscenza è acquisita attraverso l’intelletto unico che si unisce agli individui tramite le immagini sensibili.
- Platonismo: La conoscenza è una reminiscenza delle idee che l’anima ha conosciuto prima di unirsi al corpo. L’apprendimento è quindi un processo di riscoperta di queste idee innate.
Il figlio di Marcantonio, Teofilo Zimara, nato nel 1515, è meno conosciuto rispetto al padre. Studiò come il padre filosofia e medicina, e si distinse per il suo commento al “De anima” di Aristotele, pubblicato nel 1584. A differenza del padre, Teofilo criticava l’averroismo e cercava di conciliare Aristotele con Platone, influenzato dai commentatori neoplatonici come Simplicio.
Teofilo morì nel 1589 a Lecce, lasciando un’opera sulla Metafisica che non fu mai pubblicata. La sua eredità filosofica, sebbene meno influente di quella del padre, rappresenta un tentativo di rinnovamento e conciliazione tra le filosofie aristotelica e platonica.
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