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      Leggende agiografiche della vita di San Nicola

      san nicola9
      1. La traslazione delle reliquie di San Nicola

      Il trasferimento delle reliquie avvenne in un momento di grande instabilità per Bari, che stava subendo le conseguenze della conquista normanna del 1071, che aveva privato la città del suo status di capitale del “tema di Longobardia”. Questo evento aveva portato a un notevole calo delle attività commerciali e a una crisi di identità politica, aggravata dalla ribellione di Argirizzo nel 1079 e dall’occupazione musulmana di Antiochia nel 1085, che aveva ulteriormente compromesso i legami commerciali della città.

      La circostanza favorevole si presentò quando Bari, sulla rotta per Antiochia, si trovava vicino ad Andriake, il porto di Mira. Qui, a soli tre chilometri dalla chiesa di San Nicola, già venerato come patrono dei marinai, nacque l’idea di rapire le ossa del Santo. Questa azione, sebbene non fosse pianificata in modo formale, si presentò come un’opportunità naturale per restituire prestigio alla città e rinvigorire il commercio. Con il crescente avanzamento musulmano in Asia Minore, i baresi decisero di agire rapidamente, pianificando l’impresa durante una navigazione nei primi mesi del 1087.

      Tre navi cariche di cereali salparono verso Antiochia con a bordo 62 marinai e commercianti baresi. Durante il viaggio, si accese la discussione sulla possibilità di appropriarsi delle reliquie di San Nicola, con l’intento di salvarle dalle incursioni turche e di conferire prestigio a Bari. Tuttavia, una prima perlustrazione all’andata rivelò la presenza di numerosi turchi per i funerali di un loro capo, rendendo l’impresa rischiosa. Dopo aver concluso le operazioni commerciali ad Antiochia e appreso che anche i veneziani avevano intenzioni simili, i baresi decisero di tornare.

      Al rientro ad Andriake, 15 marinai rimasero sulle navi mentre 47 si avventurarono verso la chiesa di San Nicola, dove si trovavano quattro custodi, tra cui tre monaci. Dopo una breve preghiera, fingendosi pellegrini, chiesero informazioni sul luogo da cui veniva estratta la manna e dove fosse sepolto il Santo. Inizialmente, i monaci si rifiutarono di rivelare la posizione delle reliquie, cercando di avvisare la popolazione locale. Tuttavia, di fronte alla minaccia delle armi, furono costretti a cedere.

      Timorosi, i custodi si fecero da parte mentre il giovane Matteo, armato di una spranga di ferro, frantumò l’urna e recuperò le reliquie, incluso il cranio del Santo.

      Il 1° ottobre 1089, Papa Urbano II, proveniente da Melfi, giunse a Bari e depose le reliquie sotto l’altare della cripta, alla presenza dei nobili normanni e della duchessa Sichelgaita. Nel frattempo, Giovanni Arcidiacono, con la sua “Historia Translationis”, annunciava all’Europa che le reliquie di San Nicola erano giunte a Bari, trasportate per mare dai baresi, dando così inizio a un nuovo capitolo nella venerazione del Santo e nella storia della città.

       2. Il fenomeno della Manna

      La Manna di San Nicola è un fenomeno affascinante e spirituale, rappresentato dall’acqua che si forma nella tomba del Santo e che ha origini storiche già documentate nella Basilica di Mira. Secondo le relazioni dell’epoca, redatte da storici come Niceforo e Giovanni Arcidiacono, le reliquie del Santo galleggiavano in un sacro liquido al momento in cui i baresi ne entrarono in possesso. Nel corso dei secoli, diversi termini sono stati utilizzati per descrivere questo liquido, come oleum o unguentum; in russo si usa il termine myro, mentre in greco si parla di myron.

      In realtà, la Manna di San Nicola è un’acqua di particolare purezza, analizzata nel 1925 dal Laboratorio di chimica dell’Università di Bari. La sua origine, però, è oggetto di diverse interpretazioni. Alcuni credenti la considerano un vero e proprio miracolo, sostenendo che essa sgorghi dalle ossa del Santo, mentre altre liturgie affermano che provenga dai marmi della tomba. Uno degli argomenti a sostegno di questa tradizione è il fatto che le ossa rimangono sigillate durante tutto l’anno e che il foro attraverso cui si raccoglie la manna viene aperto solo la sera del 9 maggio, alla presenza di una grande folla di devoti.

      Al contrario, alcuni scienziati e studiosi suggeriscono che la formazione della Manna sia un fenomeno chimico simile a una condensazione vaporosa, quindi un evento naturale piuttosto che un miracolo. La struttura della tomba, con il blocco alla base leggermente scosceso verso il centro, facilita effettivamente la raccolta di questa acqua sacra.

      Dal 1951, la Basilica è sotto la cura dei padri domenicani, i quali hanno adottato una linea di gestione discreta riguardo alla devozione per la Manna. Anche se non viene abolita, poiché l’acqua che si forma nella tomba è considerata una reliquia a tutti gli effetti, essendo stata a contatto con le ossa del Santo, il clero ha scelto di non incentivare eccessivamente la devozione popolare. Questo approccio ha lo scopo di evitare che le espressioni di fede personale vengano interpretate come universalmente valide o necessarie.

      È importante precisare che l’acqua distribuita in boccettine nella Sala delle Offerte non è quella che si forma nella tomba del Santo durante l’anno. Infatti, la quantità di manna raccolta è generalmente limitata a circa mezzo litro o poco più, il che non sarebbe sufficiente per accontentare tutti i numerosi devoti. Pertanto, l’acqua che viene distribuita proviene da grandi boccioni di acqua benedetta, in cui è stata versata la manna raccolta il 9 maggio, garantendo così che anche i fedeli assaporino un collegamento con questo fenomeno sacro, pur senza ricevere direttamente l’acqua che si forma nella tomba.

      La Manna di San Nicola continua a essere un simbolo di fede e devozione, rappresentando un legame profondo tra il Santo e i suoi devoti, che trovano in essa conforto e speranza.

       

      3. L’antica fiaba di Sadko

      La fiaba di Sadkò è una storia affascinante che unisce elementi di avventura, fortuna e la lotta tra il bene e il male. Sadkò, il cantastorie di Novgorod, rappresenta la figura dell’artista in cerca di riconoscimento e successo, mentre il Re del Mare incarna le forze incontrollabili della natura e del destino.

      La trama si sviluppa attorno alla scommessa che Sadkò fa, simbolo del suo desiderio di riscatto e ricchezza. Tuttavia, il suo eccesso di ambizione lo porta a confrontarsi con le conseguenze delle sue azioni. La tempesta e il successivo incontro con il Re del Mare evidenziano la vulnerabilità dell’uomo di fronte a poteri superiori.

      L’intervento di San Nicola, protettore dei naviganti, introduce un elemento di salvezza e saggezza. Le istruzioni che offre a Sadkò sono un invito a usare astuzia e prudenza, piuttosto che lasciarsi guidare dalla sola ambizione. Il finale, con il ritorno trionfale di Sadkò a Novgorod e la costruzione della cattedrale in onore di San Nicola, sottolinea il tema della gratitudine e della riconoscenza verso chi ci protegge.

      Questa fiaba non solo intrattiene, ma offre anche riflessioni sul valore della modestia, della saggezza e del rispetto per le forze della natura.

       

      4. I miracoli dei carcerati

      Il mondo dei carcerati racconta le storie di diversi personaggi che, grazie all’intercessione di San Nicola, trovarono la libertà.

      Pietro Scolario, una guardia imperiale, fu catturato in Siria. Promettendo a San Nicola di diventare monaco se liberato, pregò e, dopo vari digiuni, ottenne la libertà. San Nicola, accompagnandolo, lo avvertì di mantenere la promessa. Il Santo apparve poi al Papa e raccontò la storia di Pietro, che fu sorpreso dal sapere del Papa e ricevette la tonsura.

      Cristoforo, un presbitero in viaggio per rendere omaggio a San Nicola, fu catturato da Arabi e condannato a morte. San Nicola intervenne, facendo volare la spada lontano, e il carnefice, riconoscendo il miracolo, lo liberò.

      Giovanni, un contadino di Euripo, fu catturato e portato a Creta. Durante la festa di San Nicola, invocò il Santo, che lo sollevò e lo riportò nel suo oratorio. Dopo un po’, Giovanni si rese conto di essere stato liberato.

      Giuseppe Innografo, poeta bizantino, fuggì dalla Sicilia ma fu catturato da pirati cretesi. In carcere, San Nicola gli annunciò la morte di un persecutore delle icone e lo guidò fuori, portandolo a Costantinopoli.

      Infine, un sacerdote siciliano, devoto di San Nicola, fu catturato dagli arabi mentre si preparava a celebrare. Soffrendo per la prigionia e per non poter celebrare la festa, fu sollevato da San Nicola e riportato a casa per celebrare la sua solennità.

       

      5. San Nicola e San Cassiano (una disputa fra santi)

      Una volta, d’autunno, un contadino, mentre procedeva per una strada di campagna, affondò con il suo carro nel fango. Tutti sanno come sono da noi in Russia le strade. Se pensiamo poi che ciò avveniva d’autunno, allora non si possono neppure descrivere. Si trovò a passar di là San Cassiano. Il contadino, che non sapeva chi fosse, cominciò a supplicarlo: Signore, aiutami a tirar fuori il carro. Al che il beato Cassiano rispose: Ma sei matto! Ci mancherebbe che mi imbratti i vestiti per te! E se ne andò per la sua strada.
      Non passò molto tempo ed ecco passare di là il beato Nicola. Quasi piangendo il contadino lo supplicò: Bàtjugka, bàtjuglca, aiutami a tirar fuori il carro che è rimasto bloccato nel fango. E san Nicola lo aiutò.
      Arrivò il momento che il beato Cassiano e il beato Nicola dovettero fare ritorno in paradiso. Dio chiese: Dove sei stato, san Cassiano? Rispose: Sono stato sulla terra. Mi è capitato di passare vicino ad un contadino, il carro del quale era sprofondato nel fango. Mi ha chiesto di aiutarlo a tirare fuori il carro, ma io sono stato attento a non spor­carmi questo vestito paradisiaco. Rivolto poi a san Nicola, Dio chiese: E tu, … dove sei stato per sporcarti a quel modo? Nicola rispose: Sono stato sulla terra. Stavo facendo quella stessa strada ed ho aiutato il con­tadino a tirare fuori il carro. Allora Dio disse: Ascolta Cassiano. Tu non hai aiutato il contadino, allora non avrai che una festa ogni tre anni. Tu, beato Nicola, poiché hai aiutato il contadino a tirar fuori il carro dal fango, sarai onorato con la celebrazione di due feste ogni anno. E da quel momento così avvenne. In onore di Cassiano la festività liturgi­ca viene solo nell’anno bisestile, mentre in onore di S. Nicola ci sono due feste, una a maggio e l’altra a dicembre.

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