
Le chiese palatine sono edifici religiosi che, a differenza delle tradizionali chiese cattoliche, non sono considerati di proprietà della chiesa in senso stretto, ma piuttosto del “palazzo” o del regnante. Questo concetto ha assunto particolare rilevanza a partire dall’XI secolo, quando papa Leone IX decise di affermare la Donazione di Costantino, che riconosceva alla chiesa cattolica il possesso di tutte le chiese di Dio nel mondo. Pertanto, quando un sovrano commissionava la costruzione di una cappella privata all’interno del proprio palazzo, per distinguerla dalle altre chiese e cappelle cristiane, considerate sotto la giurisdizione papale, veniva designata come chiesa palatina.
Questo termine si è poi esteso per includere tutte le cappelle private, dalle residenze dei capi di Stato a quelle militari. Con il tempo, molte di queste chiese palatine hanno ricevuto il beneficio ecclesiastico con patronato, il che ha legato le strutture al servizio della Chiesa, superando la questione della mera proprietà. Inoltre, al clero assegnato a queste chiese è stata concessa l’esenzione dalla giurisdizione ecclesiastica ordinaria, spesso sotto la supervisione di un “cappellano maggiore”, simile al Grande Elemosiniere di Francia, il quale deteneva un certo potere di supervisione, assimilando il clero palatino a quello di un’odierna prelatura personale.
In Italia, la questione delle chiese palatine è stata finalmente risolta con il concordato dei Patti Lateranensi del 1929, che ha visto lo Stato rinunciare a qualsiasi pretesa su di esse, ad eccezione delle cappelle annesse ai palazzi reali, alla Basilica di Superga e alla Chiesa della Sindone di Torino. Fino a quel momento, il clero palatino italiano era subordinato al Cappellano maggiore del Re, il cui ufficio risiedeva tra il 1871 e il 1929 presso la Chiesa del Santissimo Sudario dei Piemontesi a Roma, poiché le cappelle del Quirinale erano soggette a interdetto fino al Concordato.
All’estero, le chiese palatine hanno mantenuto il loro status particolare, continuando a svolgere un ruolo significativo nei contesti ecclesiastici e civili.
Tra le chiese palatine più celebri si trova la Basilica di Santa Barbara a Mantova, facente parte del Palazzo Ducale, nota per essere stata autorizzata a ospitare riti non cattolici e concerti di musica profana. Inoltre, è una delle poche chiese palatine a fregiarsi del titolo di “basilica”, insieme alle basiliche palatine pugliesi.
Le quattro basiliche palatine pugliesi sono la Basilica di San Nicola di Bari, il Santuario di Monte Sant’Angelo, la Cattedrale di Altamura e la Cattedrale di Acquaviva delle Fonti.
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