
Il trullo è una costruzione conica in pietra a secco tipica della Puglia, soprattutto nella zona di Alberobello, dove è stata riconosciuta come Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Queste strutture, risalenti alla fine del XVII secolo, sono state inizialmente utilizzate come rifugi per agricoltori e pastori. La loro forma deriva dall’antico modello della thòlos, presente in varie culture del Mediterraneo.
Nonostante la presenza di reperti preistorici nella regione, i trulli più antichi conosciuti sono relativamente recenti. La loro costruzione si è diffusa grazie alla frantumazione dei fondi feudali, portando alla necessità di edificare ricoveri nelle campagne. I contadini, sotto la supervisione dei feudatari, costruivano i trulli con pietre locali, evitando l’uso di malta per eludere le ispezioni.
La struttura del trullo è caratterizzata da un’architettura modulare, con un design circolare e spesse murature che garantiscono un’ottima regolazione termica. La copertura a cupola è realizzata con lastre di pietra disposte in modo concentrici, offrendo stabilità e isolamento.
La Murgia dei Trulli, che comprende vari comuni della Puglia, è famosa per la sua architettura unica. I nomi locali per i trulli variano a seconda delle aree, con termini come “casedda” e “truddu”. La costruzione di trulli ha anche influenzato l’architettura moderna, ispirando modelli modulari.
Oltre ad Alberobello, altre località pugliesi presentano strutture simili, ma con variazioni architettoniche. La provincia di Taranto, ad esempio, è nota per i trulli chiamati “tròdduri” e “pajare”, che differiscono per forma e materiali utilizzati.
In sintesi, il trullo rappresenta un patrimonio culturale e architettonico significativo della Puglia, frutto di una tradizione costruttiva che si è evoluta nel tempo, adattandosi alle esigenze locali e alle risorse disponibili.
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