Now Reading
Carmelo Bene, il genio truccato da provocatore

Carmelo Bene, il genio truccato da provocatore

Carmelo Bene nasce “nel Sud del Sud dei Santi”, come egli stesso ebbe modo di scrivere, a Campi Salentina, in provincia di Lecce, nel 1937. A vent’anni, dopo gli studi classici, approda all’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico, che abbandona già nel 1959 per debuttare come attore protagonista nel Caligola di Albert Camus, per la regia di Alberto Ruggero.
Da allora l’attività di Carmelo Bene non conosce soste: 33 spettacoli teatrali, 5 film e altrettanti cortometraggi, una dozzina di libri tra prosa e saggistica, e poi decine di programmi radiofonici e televisivi. Bene costruisce e rivendica in questi anni un rapporto originale e al tempo stesso di continuità con le avanguardie storiche e artistiche del ‘900, da una parte, e con il teatro elisabettiano, dall’altra. Si autodefinisce “macchina attoriale” e si impone come autore capace di rinnovare il linguaggio con cui si confronta. Lo fa prima con i classici, che ribalta ed esalta al contempo sulle scene, da Pinocchio, ad Amleto, a Salomè; poi con il cinema, che lo aveva visto esordire nell’Edipo re di Pier Paolo Pasolini, nel 1967. L’anno dopo, il suo romanzo più celebre e controverso, “Nostra signora dei Turchi”, diventa un film che vince il premio speciale della giuria a Venezia, ma fa anche incetta di critiche. La sua figura inizia ad essere sempre più spesso ammantata del ruolo del provocatore, stigmate che Bene utilizza saggiamente e maliziosamente a proprio vantaggio rivendicando per sé sempre più spazio nei salotti televisivi e sulle pagine dei giornali, fino ad espandere molto più in là dei confini nazionali l’eco del suo genio.

Scroll To Top