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Chiesa di Casaranello, il monumento più antico dell’Italia sud-orientale

Chiesa di Casaranello, il monumento più antico dell’Italia sud-orientale

Situata sull’antico insediamento romano di Casarano di parvum, la chiesa ha origini antichissime rintracciabili tra il V° e il VI° secolo d.C.

Non si conosce bene la funzione originale, poteva svolgere la funzione di chiesa battesimale, ma non è esclusa la funzione di contenere una reliquia sacra, forse quella della Santa Croce.

Con il X° secolo, si riscontrano i primi affreschi, con iscrizioni greche e in puro stile bizantino.  Sino alla fine del XIV secolo la chiesa di Casaranello svolge un ruolo fondamentale in Terra d’Otranto.

La sua riscoperta fu dovuta allo studioso Haseloff che agli inizi del XX secolo definì il monumento come il più antico e importante dell’epoca cristiana primitiva nel Sud-Est dell’Italia meridionale.

Tra le pitture più antiche si nota una Vergine con Bambino. Un affresco caricodi ieraticità che rappresenta una delle massime espressioni della pittura bizantina, con la benedizione del Bambino alla greca.

I due Protagonisti sono allineati e la Vergine mostra il Figlio come se fosse una teca e non avesse alcun peso.

Sul pilastro frontale, ovvero l’ultimo a destra, è affrescata Santa Barbara. Appartenente allo stesso ciclo pittorico, ma probabilmente attribuibile ad una mano diversa rispetto all’affresco precedente. Santa Barbara indossa, come vuole l’iconografia, le sontuose vesti bizantine, con vistosi orecchini di matrice bizantina.

Sulla navata destra, in prossimità dell’apertura che immette alla sacrestia, abbiamo una “Vergine che dona un fiore al Bambino” una pittura del Trecento. Colpiscono gli occhi della Protagonista, colmi di pietà e mistizia. In basso a destra si nota il committente in preghiera e devozione.

L’affresco di Urbano V invece copriva un tempo quello di Santa Barbara ed è oggi appeso sulla navata destra. Il pontefice è assiso in trono. L’identità del santo viene corroborata dalla presenza delle teste dei Santi Pietro e Paolo, su un vassoio.

Un ciclo tardo svevo affresca sulla volta il martirio delle Sante Caterina e Margherita. Segnate da una vivace vena espressiva,vengono datate intorno agli anni 1250-1260.

Sulla parete di fondo dell’abside, sulla volta a botte, un bellissimo mosaico risplende con mille cromìe, risaltato da cornici  che si intrecciano in due riquadri simmetrici e che all’interno ospitano motivi di natura zoomorfa e fitomorfa.

Si riconoscono un ramoscello con pere rosso-rosate, un grappolo d’uva, due anatre accovacciate su di un fiore di oro giallo, un pesce, una lepre che addenta un grappolo d’uva, un galletto che avanza tra due ramoscelli.

Nel settore destro troviamo raffigurate delle fave, un carciofo, una gallina, una lepre accovacciata che addenta un grappolo, un uccello con una lunga coda.

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