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Il Teatro Comunale di Nardò, storia e leggenda di un’autentica bomboniera

Il Teatro Comunale di Nardò, storia e leggenda di un’autentica bomboniera

Dopo l’Unità d’Italia a Nardò si sente sempre più forte il sogno e il bisogno di un teatro comunale cittadino così come in tanti prendevano forma in altrettante città della nuova Italia. Serviva un luogo che potesse svolgere contemporaneamente la funzione di “ricreazione serale” e di “alleviamento alle molteplici cure civili”, secondo le affermazioni che l’architetto Gregorio Nardò faceva nel 1872 nella sua relazione introduttiva al progetto del nuovo Teatro. La Prefettura tuttavia boccia il progetto che voleva il Teatro in piazza Salandra, accanto alla chiesa di San Trifone. Gli entusiasmi sembrano alfine spegnersi e invece covano sotto la cenere per venti lunghi anni.

È il 18 febbraio 1892 quando, a Nardò, il Consiglio comunale viene convocato in seduta straordinaria. A presiederlo è il sindaco Benedetto Vetere, che riunisce l’assise per un unico punto del giorno: la costruzione di un teatro comunale. Con 15 voti a favore ed un solo voto contrario e con un impegno di spesa di 42.574 lire il teatro è nelle mani del progettista, l’ingegner Quintino Tarantino, che lo pensa e lo realizza nel cuore della città, così come nel cuore dei cittadini aveva lungamente avuto il suo posto, presso Corso Vittorio Emanuele II. Il 1909 è l’anno dell’inaugurazione con il “Mefistofele”, su libretto di Arrigo Boito. È il primo di una lunga serie di successi che vedranno uscire fra gli applausi Calindri, Placido, Raf Vallone. Poi, nel 1994, la chiusura forzata, poiché la struttura non rispondeva più alle vigenti norme in fatto di sicurezza.

Il 9 marzo 2006 Nardò torna a sorridere. Dopo un importante intervento di recupero durato circa due anni ai cittadini viene riconsegnato un teatro nuovo di zecca, con la promessa di farlo tornare presto agli antichi fasti. Nella serata di apertura si esibiscono, infatti, Carla Fracci, Franco Battiato, Francesco Libetta, Cosimo Manicone, Salvatore Cordella, fra le suggestive coreografie di Franzutti.

Oggi il Teatro Comunale di Nardò, vero e proprio gioiello in stile neoclassico dell’edilizia pubblica salentina, si può ammirare in tutta la sua originaria bellezza. L’interno, la miniatura di un grande teatro all’italiana, presenta la tipica sala “a ferro di cavallo” e si articola in tre ordini di palchetti con loggione, per una capienza totale di quasi 200 posti. Dal 2008 è la casa di una vera e propria compagnia teatrale, TerramMare Teatro, e una delle Residenze Teatrali Pugliesi, grazie alla continua e proficua collaborazione della Città di Nardò con il Teatro Pubblico Pugliese, la Regione Puglia, il Ministero delle Attività Culturali e la Comunità Europea.

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